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Ny-Ålesund e Kongsfjorden

19 luglio: visita alla città di Ny-Ålesund e sbarco al secondo campo base

Si sbarca al porto di Ny-Ålesund per visitare la città. Dopo pranzo sbarchiamo coi gommoni al Blomstrand camp, il nostro secondo campo base.

Visita a Ny-Ålesund

Ny-Ålesund ci appare come una cittadina silenziosa e ordinata, circondata da montagne innevate. Il porto è di piccole dimensioni, accanto a una baia con due moli a cui sono ancorati diversi gommoni.

Non ci sono strade asfaltate, a differenza di Longyearbyen e Barentsburg. In realtà vediamo una main street che nasce dal porto e attraversa l’intera cittadina e dei viottoli laterali fra una costruzione e l’altra. Una strada perpendicolare a quella principale passa davanti al monumento ad Amundsen e porta ad altre costruzioni.

Il tempo è finalmente migliorato: c’è un bel sole e un cielo azzurro con qualche nuvola bianca.

Seguiamo la guida che ci spiega un po’ della storia della città. La prima tappa è alla miniera e a un trenino che serviva a portare il materiale estratto.

Da lì continuiamo per la main street fino al monumento ad Amundsen: un busto in bronzo, austero e severo come il volto dell’uomo che rappresenta.

Abbandoniamo la strada e le abitazioni per arrivare all’altissimo pilone a cui era ancorato il dirigibile Norge N1 che sorvolò il polo. Là una targa ricorda l’eroica impresa e i suoi partecipanti: Roald Amundsen, Lincoln Ellsworth e Umberto Nobile.

Più avanti troviamo un monumento alla spedizione di Amundsen, partito con due aerei il 21 maggio 1925, insieme a Dietrichson, Ellsworth, Feucht, Omdal e Riiser-Larsen.

Vicino è presente il monumento ai caduti della spedizione polare del dirigibile Italia del 1928.

Tornando in città avvistiamo una renna, che naturalmente non si lascia avvicinare.

Abbiamo ancora mezz’ora prima dell’imbarco, così visitiamo il museo dedicato alla miniera e una casa museo, di colore verde, situata più all’interno, che risale agli anni ’50.

Ripercorriamo la main street e facciamo ritorno alla nave.

Per questo giorno, a pranzo, c’è una bella sorpresa: barbecue sul ponte, al Polar Bear Bar. Zuppa calda, hamburger, wurstel, pannocchie, patate, affettati, frutta e dolce.

Il nostro gruppo, che deve sbarcare al campo base presto, pranza prima degli altri. I bagagli sono già pronti dalla mattina, così dopo mangiato scendiamo e ci prepariamo per lo sbarco come al solito.

Dal gommone, mentre ci avviciniamo alla spiaggia, scorgo Luna assieme agli altri. Il campo è in una bellissima zona, di fronte a un ghiacciaio che si protende sul mare, su una spiaggia e senza neve intorno.

Blomstrand camp: il secondo campo base

Appena sbarcati diamo una mano a scaricare i nostri bagagli e a caricare gli altri. Luna non sembra avere voglia di andarsene e va a rifugiarsi dentro al tendone in cui mangia.

Facciamo il consueto giro del campo per vedere dove sono situati i bagni. Quello femminile è ben messo, dietro una collinetta, protetto da una struttura in legno. Quello maschile, invece, più spartano, dietro un dosso, ma con una vista stupenda che rende la contemplazione più piacevole: il ghiacciaio.

Dal momento che è presto decidiamo di fare una breve escursione in montagna. Così indosso le ghette, preparo lo zaino e cominciamo la camminata. Il primo giorno di trekking al secondo campo è cominciato.

Il tempo è ancora splendido. Mentre camminiamo possiamo vedere il ghiacciaio in più visuali. Attorno a noi svettano le montagne e le distese di neve. La baia, in fondo, è tranquilla e silenziosa, con piccole isole che emergono dall’acqua e pezzi di ghiaccio sparsi sulla spiaggia.

Troviamo anche un sentiero nel terreno roccioso: una piccola via tracciata sulle rocce frammentate che sale fin sulla cima della montagna.

Sotto di noi si apre una bella valle, con chiazze di neve qua e là e tre laghetti, due dei quali semi-ghiacciati. La sottile linea del sentiero scende fino a valle, scomparendo dietro una bassa collinetta. Oltre la vallata il mare aperto.

Facciamo una pausa sulla cima, da cui si apre un panorama stupendo: l’intero fiordo con le piccole isole, il promontorio e la spiaggia su cui si trova il nostro campo, la grossa isola di fronte e le montagne innevate oltre, ai piedi delle quali giace la città di Ny-Ålesund.

Dopo la pausa cominciamo a scendere. Ripercorriamo il sentiero, le distese di neve, la spiaggia fino al campo. Là Kent ha un’ottima idea: stacca un pezzo di ghiaccio arrivato a riva, lo lava nell’acqua potabile e ci mette accanto la sua bottiglia di whisky. Il whisky on the rocks è servito.

Con l’illusivo calore dell’alcol ci accingiamo a preparare la cena. Ed un altro, meraviglioso giorno alle Svalbard svanisce nella luce onnipresente del sole estivo dell’Artide.

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2 Comments »
  1. Mi ero disabituata a leggere diari di viaggio stringati e sintetici come questo. Essendo del “settore” so bene cosa cercare su G quando ho bisogno di avere info utili durante la fase organizzativa di un viaggio…e quindi giù di lunghissimi “cosa vedere a”, “cosa mangiare a”, “dove dormire a” e via dicendo. Tanto che ultimamente mi è scattata l’insofferenza a questa fastidiosa regola SEO che imbriglia completamente la struttura dei nostri racconti di viaggio. Ecco perché, come ti dicevo, avrei letto con molto piacere il tuo diario inteso come impressioni di viaggio, perché prima che un blogger ti ritengo uno scrittore.
    Ad ogni modo mi ha molto sorpresa il fatto che tu ci sia riuscito lo stesso a portarmi davanti al fuoco dei vari campi base (e per questo ti ringrazio)! Sarà proprio nella semplicità la chiave? O il fatto che io sia troppo coinvolta con i “viaggi freddi”? Oppure ancora quel maledetto mio ex vicino di casa con le sue storie su Nobile? 😉
    Non volendo ho anche sbirciato l’altro tuo viaggione, quello in Islanda. Lo sai che hai rischiato di farmi rompere il femore? Quando ho letto delle 11 mutande stavo cadendo dalla sedia per le risate! 😛 A presto!

    Commento di Orsa — 10 Marzo 2020 @ 19:41

  2. Non sono esperto di diari né di blog di viaggio. Questo sulle Svalbard voleva solo essere un sito dedicato al mio viaggio, anche se comunque sono stato attento a certe regole SEO.
    Nel mio viaggio ai fiordi norvegesi ho portato meno mutande, ma era un viaggio più breve 😀

    Commento di admin — 11 Marzo 2020 @ 8:18

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