Ritorno a Longyearbyen
23 luglio: in nave fino alla città di Longyearbyen
Si fa ritorno alla civiltà, dopo mezza giornata di nave, nell’insediamento più grande delle Svalbard. Ci aspettano i saluti finali e una giornata per visitare Longyearbyen.
Arriviamo al porto intorno alle 11. Carichiamo i bagagli sulle vetture che erano già là ad attenderci, ma che vengono guidate da Bjorn e Cecilie.
Ci portano fino alla guest house, dove lasciamo i bagagli nella nostra camera. Quindi rimontiamo in macchina e le guide ci accompagnano fino al centro della cittadina.
E’ il momento triste dei saluti. Poi le tre guide rimontano in macchina e il gruppo si divide. Si riunirà per l’ultima volta a cena.
Facciamo un giro in città e ne approfittiamo per visitare lo Spitzbergen Airship Museum, che Stefano, la guida italiana, ha aperto nel novembre 2008.
Il museo è ben fatto ed interessante. Interamente dedicato alle esplorazioni del polo da parte di Amundsen e Nobile, è ricco di documenti, fotografie, libri, filmati e oggetti dell’epoca.
Terminata la visita torniamo al centro per il pranzo. Mangiamo ancora una volta al Kroa. Poi usciamo per fare qualche acquisto nei negozi di sport e attrezzatura tecnica.
Quindi ci dirigiamo allo Spitzbergen Travel Hotel, dove abbiamo la cena pagata e un tavolo già prenotato.
Siamo ancora una volta tutti insieme, il trekking group delle Svalbard, a ricordare i giorni passati in quel paradiso dell’artico.
Poi ci salutiamo. A noi italiani parte l’aereo alle 4 di mattina e ci aspetta la sveglia alle 2,30, per poter prendere alle 3 la navetta che ci porta in aeroporto.
Mi faccio una doccia e sistemo meglio i miei bagagli. Poi me ne vado a letto per dormire qualche ora. La sveglia arriva presto. Mi alzo e velocemente sono giù coi bagagli.
In aereo crollo e mi addormento.
Il volo ci allontana dalle isole Svalbard, per riportarci in Norvegia, ad Oslo. La vacanza è finita. Quel che resta è il sapore di una terra lontana e fredda, uno degli ultimi posti incontaminati e selvaggi del pianeta.
E ogni volta che guarderemo il sole, ripenseremo a quello continuo dell’estate a Spitzbergen. Ogni volta che sentiremo il vento, ripenseremo a quanto era bello e freddo quello dell’artico. Ogni volta che sentiremo un tuono, ripenseremo agli enormi pezzi di ghiaccio che si staccavano dai ghiacciai.
Le Svalbard, una volta conosciute, fanno parte di noi.
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